Inedito di Mario M. Gabriele

L’ora non era tra le più esogene.
A Sissy non piaceva il quadro di Oliver
sebbene Les demoiselles d’Avignon
fossero rimaste nella mente.

L’estate portò onde d’urto:
-Vero rifugio di rovine sparse,
grigie come le sabbie-.

L’unico a percepire l’ondata meteo
fu il gatto americano sopra il tetto.

Cielo oscuro e battute d’arresto.
-Sempre e soltanto aria grigia senza tempo-. 
Solitudine coatta.

Chi ha lasciato la casa non è più tornato.
Restano indizi, videocamere accese e spente.

L’America era già troppo bianca
per aprire un’altra industria of war.

Apparve su Apple TV Zucherberg
a riformulare il business.

L’appuntamento era alle sette.
I tram passavano senza Marta Ckerisch.

Fu allora che continuò il rifugio 
sfogliando Beckett.

Con un talento upgrade
Rosy mise in luce il dark romance,
leggendo il Primo Capitolo con noir e punte Love.

Un film che avresti dovuto vedere
dopo Colazione a Tiffany era Streetwise.

Su demoni urbani si attivò il regista
sperimentando le scene del volume
edito da Sperling&Kupfer.

Cosa racconteranno mai i muri se manca Banksy
a Gerico e a Odessa? 

La cucina Cheese
è andata in fumo con fosforo bianco.

Alle 8 riaprono i magazzini in Europa.
La storia di Freddy
è tutta dentro un burberry azzurro.


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